Un viaggio emozionante alla scoperta delle antiche signore del mare, tra nidificazioni, impegno per la conservazione, immersioni indimenticabili e consigli per un turismo responsabile nelle Pelagie.

Un tuffo nel cuore del Mediterraneo più autentico

Chi ha avuto la fortuna di assistere al lento, tenace cammino di una tartaruga marina che emerge dalle onde cristalline per deporre le sue uova sulla sabbia dorata della Spiaggia dei Conigli a Lampedusa o nella suggestiva Cala Pozzolana di Ponente a Linosa, custodisce un ricordo magico: un frammento purissimo dell’anima delle Pelagie. Da millenni la Caretta caretta elegge queste isole come santuario riproduttivo, rendendole tra i siti di nidificazione più importanti del Mediterraneo centrale.

Nido tartarughe Lampedusa
Fonte foto: https://tartapedia.it/

Conosciamo da vicino la Caretta caretta

La tartaruga comune, regina indiscussa delle nostre acque, è la specie più frequente nel Mare Nostrum. Con la sua inconfondibile corazza bruno-rossastra e una lunghezza media di 90 cm per un peso che può superare i 100 kg, la Caretta caretta trascorre la sua esistenza vagando nell’immensità del mare aperto. Ma il richiamo ancestrale la spinge, da adulta, a fare ritorno sulle stesse spiagge che l’hanno vista nascere, un istinto potente che resiste persino all’insidia dell’inquinamento luminoso e alle sfide poste dall’uomo.

tartaruga caretta carretta

Lampedusa e Linosa: isole che battono al ritmo delle tartarughe

Lampedusa e Linosa non sono semplicemente le più grandi delle isole Pelagie: sono veri e propri laboratori naturali dedicati alla salvaguardia delle tartarughe marine. Sebbene Lampedusa sia più nota per l’alta frequenza di nidificazioni, anche Linosa riveste un ruolo importante, con deposizioni documentate, ad esempio, nella spiaggia di Cala Pozzolana di Ponente [Fonte: WWF Italia – A Linosa la seconda e “insolita” schiusa di Caretta caretta].

I dati parlano chiaro: secondo uno studio pubblicato nel 2024 sul Biodiversity Journal tra il 2022 e il 2023 sono stati censiti ben 22 nidi sulla sola Lampedusa, e la stagione 2024 ha regalato ulteriori emozioni con:

Nel complesso, le Pelagie hanno contribuito con circa 28 nidi a un’annata record per la Sicilia, che nel 2024 ha visto un numero eccezionalmente alto di nidificazioni (Fonti: WWF Italia, Legambiente, Regione Siciliana, 2024). Questo risultato, parte di un trend positivo a livello nazionale con oltre 600 nidi registrati, ci riempie di orgoglio ma ci investe anche di una grande responsabilità.

Le spiagge del cuore: dove la vita si rinnova

  • Spiaggia dei Conigli (Lampedusa): un vero e proprio teatro naturale, dove in giugno, al calar del sole, si possono incontrare i volontari impegnati a proteggere i preziosi siti di ovodeposizione.
  • Cala Croce (Lampedusa): piccola gemma che ha avuto l’onore di ospitare il primo nido del 2024, un simbolo di speranza.
  • Cala Pisana e Portu ‘Ntoni (Lampedusa): angoli di paradiso monitorati con la stessa dedizione, perché ogni nido è un passo verso il futuro.
  • Cala Pozzolana di Ponente (Linosa): spiaggia vulcanica dove, con un po’ di fortuna, si possono osservare le tracce delle Caretta caretta e, in alcuni casi, assistere alla schiusa delle uova [Fonte: WWF Italia – A Linosa la seconda e “insolita” schiusa di Caretta caretta].

L’IMPEGNO SUL CAMPO: DA LAMPEDUSA TURTLE RESCUE ALLA RETE DI LINOSA

Per oltre trent’anni il Centro Recupero Tartarughe Marine di Lampedusa, creato dalla biologa Daniela Freggi, ha curato in loco centinaia di esemplari feriti. A febbraio 2023 la clinica dell’isola ha dovuto chiudere: l’affitto e i costi di gestione – circa 9 000 € al mese – non erano più sostenibili. Oggi la struttura di Punta Sottile è rimasta attiva come stazione scientifica e punto di primo soccorso: le tartarughe recuperate vengono stabilizzate e trasferite in giornata al moderno centro di Cattolica Eraclea (AG), gestito dalla stessa associazione Lampedusa Turtle Rescue, dove avvengono operazioni e riabilitazione completa. Buone notizie: il 12 dicembre 2024 il TAR Palermo ha annullato l’ordinanza di demolizione che pendeva sulla struttura, consentendo di progettare una futura riapertura delle vasche sull’isola e rafforzando il valore scientifico e turistico del centro. 

Cosa continua a succedere sul posto:

  • Monitoraggio nidi: transetti all’alba (Riserva Naturale “Isola di Lampedusa”) e pattugliamenti a Linosa.
  • Primo soccorso: messa in sicurezza, idratazione e rapido imbarco verso la Sicilia.
  • Educazione ambientale diffusa: incontri serali in spiaggia e laboratori per famiglie, poiché le visite alle vasche non sono più possibili fino alla riapertura.
  • Raccolta dati scientifici: marcature, prelievi genetici, rilevazioni biometriche.
  • Collaborazione con pescatori e Guardia Costiera per segnalazioni h 24.
  • Chiunque può dare una mano: adozioni a distanza, donazioni materiali e partecipazione ai campi volontari estivi rimangono attivi grazie alla rete di Lampedusa Turtle Rescue e ai partner di Linosa.

Immergersi nel mondo delle tartarughe

Oltre all’osservazione delle nidificazioni sulle spiagge, un modo straordinario per avvicinarsi al mondo delle tartarughe marine è un’immersione o un’uscita di snorkeling nelle acque cristalline di Lampedusa e Linosa.

Esplorare i fondali marini con guide esperte, nel pieno rispetto dell’ambiente e della fauna locale, offre un’opportunità unica. Durante queste escursioni, è possibile avvistare le Caretta caretta nel loro habitat naturale, un’esperienza emozionante che contribuisce a sensibilizzare sulla loro importanza e sulla necessità di proteggerle.

È fondamentale, tuttavia, scegliere operatori che seguano pratiche di osservazione responsabile, evitando qualsiasi disturbo agli animali.

Un’esperienza completa: il pacchetto Lampedusa‑Linosa

Per vivere appieno la magia delle Pelagie e il loro legame con le tartarughe marine, Lampedusa l’isola che c’è propone un pacchetto turistico combinato che permette di esplorare sia Lampedusa che Linosa. Questa è un’opportunità unica per scoprire le diverse sfaccettature di questo arcipelago e per apprezzare la bellezza delle sue spiagge, la ricchezza dei suoi fondali e l’impegno delle comunità locali nella conservazione della Caretta caretta.

Minacce (ancora) presenti

Nonostante i progressi, le Caretta caretta restano specie a rischio nella Lista Rossa IUCN.
Le minacce principali a Lampedusa e Linosa sono:

  • By-catch: catture accidentali durante la pesca a palangaro.
  • Plastica: sacchetti e lenze ingeriti scambiandoli per meduse.
  • Inquinamento luminoso: luci artificiali che disorientano le neonate verso l’entroterra.
  • Erosione e uso della spiaggia: ombrelloni conficcati nella sabbia, rumore notturno, fuochi.

Cosa sta funzionando

  • Monitoraggio quotidiano delle spiagge: A Lampedusa, la Riserva Naturale “Isola di Lampedusa” (Legambiente) effettua transetti all’alba. Anche a Linosa, le spiagge potenzialmente adatte alla nidificazione sono monitorate con attenzione.
  • Reti a “bassa incidenza” sperimentate dai pescatori locali (Lampedusa): Per ridurre il by-catch.
  • Regolamentazione degli accessi alla Spiaggia dei Conigli (Lampedusa): Prenotazione obbligatoria e limiti orari che riducono il disturbo.
  • Progetti scolastici (Lampedusa): Ogni anno oltre 1.500 studenti partecipano ad attività di sensibilizzazione sull’isola.

Dieci gesti per un turista responsabile

  • Non accendere luci o flash in spiaggia dopo il tramonto.
  • Mantieni le distanze da tartarughe adulte, uova o neonate.
  • Non lasciare rifiuti (soprattutto plastica monouso).
  • Rimuovi gli ombrelloni la sera; non piantarli in verticale.
  • Segnala al 1530 (Guardia Costiera) tartarughe in difficoltà.
  • Partecipa alle veglie notturne informative (spiaggia, non più in visita alle vasche).
  • Usa creme solari reef‑safe prive di ossibenzone.
  • Evita l’uso di droni sopra le aree di nidificazione.
  • Sostieni Lampedusa Turtle Rescue con una donazione o un’adozione.
  • Condividi buone pratiche sui social con gli hashtag #TurtleFriendlyLampedusa e #TurtleFriendlyLinosa.

Tartarughe Lampedusa e Linosa

Uno sguardo al futuro

Il riscaldamento globale sta già alterando la temperatura della sabbia – e quindi il rapporto maschi/femmine alla schiusa – e innalzando il livello del mare. Per questo i biologi monitorano non solo quanti nidi vengono deposti, ma anche dove e a quale profondità. I prossimi passi, già in fase sperimentale a Lampedusa, includono sensori IoT a basso impatto per registrare temperature e vibrazioni all’interno dei nidi senza disturbarli.

«Ogni volta che una tartaruga torna in mare con una pinna nuova, Lampedusa vince la sua sfida più bella» – Daniela Freggi

Aggiornare il cuore pulsante del racconto – il Centro Recupero – era fondamentale: oggi le cure cliniche si svolgono in Sicilia, ma l’anima scientifica e divulgativa resta a Lampedusa e coinvolge anche Linosa.
Prenotando il pacchetto combinato e rispettando poche, semplici regole, ogni viaggiatore può diventare parte attiva della protezione delle tartarughe e vivere un’esperienza memorabile nelle Pelagie.

Parti con noi e diventa custode del Mediterraneo che sogni!

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